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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

 

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

 

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent. It is evident that War Clouds are gathering. The signs are everywhere, with media coverage and open talk of war in many countries. The RAND Corporation have for years been preparing military scenarios for World War III, and NATO is reported to be currently doing so. Vast movements of NATO troops and equipment are either in preparation or process to surround Russia. The US is surrounding China with military bases including the world's largest in Guam. Both China and Russia are surrounded with nearly 400 US biological weapons labs. Iran is entirely vulnerable from the American military build-up in the Middle East.

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Monday, September 28, 2020

IT -- Manlio Dinucci -- L'arte della guerra -- Gasdotto esplosivo nel Mediterraneo

 

L’Arte della guerra

Gasdotto esplosivo nel Mediterraneo

Manlio Dinucci 

 ITALIANO  PORTUGUÊS

Nel Mediterraneo orientale, nei cui fondali sono stati scoperti grandi giacimenti offshore di gas naturale, è in corso un aspro contenzioso per la definizione delle zone economiche esclusive, al cui interno (fino a 200 miglia dalla costa) ciascuno dei paesi rivieraschi ha i diritti di sfruttamento dei giacimenti.

I paesi direttamente coinvolti sono Grecia, Turchia, Cipro, Siria, Libano, Israele, Palestina (i cui giacimenti, nelle acque di Gaza, sono in mano a Israele), Egitto e Libia. Particolarmente teso è il confronto tra Grecia e Turchia, ambedue membri della Nato. La posta in gioco non è solo economica.

La vera partita che si gioca nel Mediterraneo orientale è geopolitica e geostrategica, e coinvolge le maggiori potenze mondiali. In tale quadro si inserisce l’EastMed, il condotto che porterà nella Ue gran parte del gas di quest’area. La sua realizzazione è stata decisa al summit, svoltosi a Gerusalemme il 20 marzo 2019, tra il premier israeliano Netanyahu, il premier greco Tsipras e il presidente cipriota Anastasiades. Netanyahu ha sottolineato che «il gasdotto si estenderà da Israele all’Europa attraverso Cipro e Grecia» e Israele diverrà così una «potenza energetica» (che controllerà il corridoio energetico verso l’Europa), Tsipras ha sottolineato che «la cooperazione tra Israele, Grecia e Cipro, giunta al sesto summit, è divenuta strategica».

Lo conferma il patto militare stipulato dal governo Tsipras con Israele cinque anni fa (il manifesto, 28 luglio 2015). Al summit di Gerusalemme (i cui atti sono pubblicati dall’Ambasciata Usa a Cipro) ha presenziato il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, sottolineando che il progetto EastMed varato da Israele, Grecia e Cipro, «partner fondamentali degli Usa per la sicurezza», è «incredibilmente tempestivo» poiché «Russia, Cina e Iran stanno tentando di mettere piede in Oriente e in Occidente». 

La strategia Usa è dichiarata: ridurre e infine bloccare le esportazioni russe di gas in Europa, sostituendole con gas fornito o comunque controllato dagli Usa. Nel 2014 essi hanno bloccato il SouthStream, che attraverso il Mar Nero avrebbe portato in Italia gas russo a prezzi competitivi, e tentano di fare lo stesso con il TurkStream che, attraverso il Mar Nero, porta il gas russo nella parte europea della Turchia per farlo arrivare nella Ue.

Allo stesso tempo gli Usa cercano di bloccare la Nuova Via della Seta, la rete di infrastrutture progettata per collegare la Cina al Mediterraneo e all’Europa. In Medio Oriente, gli Usa hanno bloccato con la guerra il corridoio energetico che, in base a un accordo del 2011, avrebbe trasportato, attraverso Iraq e Siria, gas iraniano fin sul Mediterraneo e in Europa. A questa strategia è accodata l’Italia, dove (in Puglia) arriverà l’EastMed che porterà il gas anche in altri paesi europei. Il ministro Patuanelli (M5S) ha definito il gasdotto, approvato dalla Ue, uno dei «progetti europei di interesse comune», e la sottosegretaria Todde (M5S) ha portato l’adesione dell’Italia all’East Med Gas Forum, sede di «dialogo e cooperazione» sul gas del Mediterraneo orientale, cui partecipano – oltre a Israele, Grecia e Cipro – Egitto e Autorità palestinese. Ne fa parte anche la Giordania, che non ha giacimenti offshore di gas non affacciandosi sul Mediterraneo, ma lo importa da Israele.

Sono invece esclusi dal Forum Libano, Siria e Libia, cui spetta parte del gas del Mediterraneo orientale. Hanno preannunciato la loro adesione Stati uniti, Francia e Ue. La Turchia non vi partecipa per il contenzioso con la Grecia, che la Nato però è impegnata a dirimere: «delegazioni militari» dei due paesi si sono incontrate già sei volte al quartier generale Nato a Bruxelles. Intanto, nel Mediterraneo orientale e nel limitrofo Mar Nero, è in corso un crescente dispiegamento delle Forze navali Usa in Europa, con quartier generale a Napoli Capodichino.

La loro «missione» è «difendere gli interessi Usa e Alleati, e scoraggiare l’aggressione». Stessa «missione» per i bombardieri strategici Usa B-52, che volano sul Mediterraneo orientale affiancati da caccia greci e italiani.

Manlio Dinucci

il manifesto29 Settembre2020


Manlio Dinucci 

Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018, Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.

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