L’arte della guerra
Il piano Usa di dominio dello spazio
Manlio Dinucci
Cape Canaveral in Florida, da cui nel 1969 fu lanciato dalla Nasa il razzo della missione Apollo, è divenuto sede della stazione della Forza spaziale Usa insieme alla base Patrick, anch’essa in Florida. Nella cerimonia inaugurale, il 9 dicembre, il vicepresidente Mike Pence ha annunciato che «la nostra Forza spaziale si sta potenziando ogni giorno di più». La U.S. Space Force è una nuova branca delle Forze armate statunitensi, istituita nel dicembre 2019. La sua missione è «proteggere gli interessi Usa e alleati nello spazio, acquisire sistemi militari spaziali, formare professionisti militari dello spazio, sviluppare la dottrina militare per la potenza spaziale, organizzare forze spaziali a disposizione dei nostri Comandi combattenti».
Quale sia il compito centrale della nuova Forza lo ha detto in modo esplicito il presidente Trump, annunciando nell’agosto 2019 la sua imminente costituzione: «Assicurare il dominio americano nello spazio, il prossimo campo di combattimento della guerra».
Sulla scia della nuova forza spaziale Usa, la Nato ha varato un programma militare spaziale, preparato dal Pentagono e da ristretti vertici militari europei insieme alle maggiori industrie aerospaziali. Quale sia l’importanza dello spazio lo dimostra il fatto che vi sono attualmente in orbita attorno alla Terra circa 2.800 satelliti artificiali operativi
Di questi, oltre 1.400 sono statunitensi. Al secondo posto è la Cina con oltre 380, al terzo la Russia con poco più di 170. La maggior parte dei satelliti, oltre 1.000, è di tipo commerciale. Vengono successivamente quelli per uso militare, governativo e civile (questi ultimi due tipi usati spesso anche per attività di carattere militare).
Oltre a questi vi sono circa 6.000 satelliti non più funzionanti che continuano a orbitare attorno alla Terra, insieme a milioni di oggetti e frammenti di diverse dimensioni. Lo spazio è sempre più affollato e sempre più conteso. Qui operano con i loro satelliti i colossi delle telecomunicazioni, le Borse valori, i grandi gruppi finanziari e commerciali. Si prevede che, entro questo decennio, il numero di satelliti si quintuplicherà, soprattutto per effetto della tecnologia 5G. La rete commerciale del 5G, realizzata da società private, potrà essere impiegata a scopi militari, in particolare per le armi ipersoniche, con una spesa molto minore.
In tale quadro si capisce perché gli Stati uniti abbiano costituito la Forza spaziale. Vedendo calare il margine di vantaggio economico e tecnologico in particolare rispetto alla Cina, la potenza statunitense gioca la carta della forza militare anche nello spazio. L’obiettivo è chiaro: dominare lo spazio per mantenere non solo la superiorità militare, ma anche quella economica e tecnologica.
L’esito di tale strategia è altrettanto chiaro. Russia e Cina hanno ripetutamente proposto alle Nazioni Unite, fin dal 2008, un nuovo Trattato (dopo quello del 1967) che proibisca di dislocare armi nello spazio, ma gli Usa lo hanno sempre rifiutato. Russia e Cina si stanno quindi preparando a un confronto militare nello spazio, avendone la capacità.
La costituzione della Forza spaziale Usa innesca quindi una nuova, ancora più pericolosa fase della corsa agli armamenti anche nucleari. Dall’uso di sistemi spaziali per lo spionaggio, per le telecomunicazioni militari, per la guida di missili, bombe e droni, si passa a sistemi d’arma che, collocati nello spazio, possono accecare i satelliti del nemico prima di attaccarlo e distruggere obiettivi terrestri, come intere città, direttamente dallo spazio.
Tutto questo è coperto sotto la cappa del silenzio mediatico. Dal mondo politico, scientifico, accademico, culturale non si leva alcuna voce di critica o dissenso. Allo stesso tempo aumentano i finanziamenti, da parte di governi e industrie belliche, a istituti scientifici e università per ricerche che, spesso camuffate da civili, servono allo sviluppo di sistemi militari spaziali. Le uniche voci riecheggiano quella della nuova Forza spaziale Usa, che ci spiega quanto lo spazio sia «essenziale per la nostra sicurezza e prosperità nella nostra vita quotidiana, perfino quando usiamo la carta di credito al distributore di benzina».
Manlio Dinucci
il manifesto, 15 Dicembre, 2020
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