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What part will your country play in World War III?

By Larry Romanoff

 

The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

 

That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War IIIwhich I believe is now imminent. It is evident that War Clouds are gathering. The signs are everywhere, with media coverage and open talk of war in many countries. The RAND Corporation have for years been preparing military scenarios for World War III, and NATO is reported to be currently doing so. Vast movements of NATO troops and equipment are either in preparation or process to surround Russia. The US is surrounding China with military bases including the world's largest in Guam. Both China and Russia are surrounded with nearly 400 US biological weapons labs. Iran is entirely vulnerable from the American military build-up in the Middle East.

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Monday, March 11, 2019

IT -- Manlio Dinucci -- L’arte della guerra -- Sale alle stelle il prezzo della «protezione» Usa


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L’arte della guerra
Sale alle stelle il prezzo della «protezione» Usa
Manlio Dinucci

FRANÇAIS    PORTUGUÊS

A pretendere il pizzo in cambio di «protezione» non è solo la mafia. «I paesi ricchi che stiamo proteggendo – ha avvertito minacciosamente Trump in un discorso al Pentagono  – sono tutti avvisati: dovranno pagare la nostra protezione».

Il presidente Trump  – rivela Bloomberg – sta per presentare il piano «Cost Plus 50» che stabilisce il seguente criterio: i paesi alleati che ospitano forze Usa sul proprio territorio ne dovranno coprire interamente il costo e pagare agli Usa un ulteriore 50% in cambio del  «privilegio» di ospitarle ed essere così da loro «protetti».

Il piano prevede che i paesi ospitanti paghino anche gli stipendi dei militari Usa e i costi di gestione degli aerei e delle navi da guerra che gli Stati uniti tengono in questi paesi. L’Italia dovrebbe quindi pagare non solo gli stipendi di circa 12.000 militari Usa qui di stanza, ma anche i costi di gestione dei caccia F-16 e degli altri aerei schierati dagli Usa ad Aviano e Sigonella e i costi della Sesta Flotta basata a Gaeta.

Secondo lo stesso criterio dovremmo pagare anche la gestione di Camp Darby, il più grande arsenale Usa fuori dalla madrepatria, e la manutenzione delle bombe nucleari Usa dislocate ad Aviano e Ghedi. Non si sa quanto gli Stati uniti intendono chiedere all’Italia e agli altri paesi europei che ospitano loro forze militari, poiché non si sa neppure quanto questi paesi paghino attualmente. I dati sono coperti da segreto militare.

Secondo uno studio della Rand Corporation, i paesi europei della Nato si addossano in media il 34%  dei costi delle forze e basi Usa presenti sui loro territori. Non si sa però quale sia l’importo annuo che essi pagano agli Usa: l’unica stima – 2,5 miliardi di dollari – risale a 17 anni fa. È dunque segreta anche la cifra pagata dall’Italia. Se ne conoscono solo alcune voci: ad esempio decine di milioni di euro per adeguare gli aeroporti di Aviano e Ghedi ai caccia statunitensi F-35 e alle nuove bombe nucleari B61-12 che gli Usa cominceranno a schierare in Italia nel 2020, e circa 100 milioni per lavori alla stazione aeronavale statunitense di Sigonella, a carico anche dell’Italia.

A Sigonella viene finanziata esclusivamente dagli Usa solo la Nas I, l’area amministrativa e ricreativa, mentre la Nas II quella dei reparti operativi e quindi la più costosa, è finanziata dalla Nato, ossia anche dall’Italia. È comunque certo – prevede un ricercatore della Rand Corp. – che con il piano «Cost Plus 50» i costi per gli alleati «schizzeranno alle stelle». Si parla di un aumento del 600%. Essi si aggiungeranno alla spesa militare, che in Italia ammonta a circa 70 milioni di euro al giorno, destinati a salire a circa 100 secondo gli impegni assunti dai governi italiani in sede Nato. 

Si tratta di denaro pubblico, che esce dalle nostre tasche, sottratto a investimenti produttivi e spese sociali. È possibile però che l’Italia possa pagare meno per le forze e basi Usa dislocate sul suo territorio. Il piano «Cost Plus 50»  prevede infatti uno «sconto per buon comportamento» a favore degli «alleati che si allineano strettamente con gli Stati uniti, facendo ciò che essi chiedono». 

È sicuro che l’Italia godrà di un forte sconto poiché, di governo in governo, si è sempre mantenuta nella scia degli Stati uniti.

Ultimamente, inviando truppe e aerei da guerra nell’Est Europa con la motivazione di fronteggiare la «minaccia russa» e favorendo il piano statunitense di affossare il Trattato Inf per schierare in Europa, Italia compresa, postazioni di missili nucleari puntati sulla Russia. Essendo queste bersaglio di una possibie ritorsione, avremo bisogno come «protezione» di altre forze e basi Usa. Le dovremo pagare noi, ma sempre con lo sconto. 

il manifesto, 12 marzo 2019


INVITO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE
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