The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)
That history is being repeated today in a mass grooming of the Western world’s people (especially Americans) in preparation for World War III – which I believe is now imminent.
Anche
se l’opposizione attacca sempre il governo e vi sono divergenze nel governo
stesso, dall’intero arco parlamentare non si è levata alcuna voce critica quando
il premier Conte ha esposto alla Conferenza degli ambasciatori (26 luglio) le
linee guida della politica estera, a riprova del vasto consenso multipartisan.
Conte
ha definito anzitutto qual è il cardine della collocazione dell’Italia nel
mondo: «Il nostro rapporto con gli Stati Uniti rimane qualitativamente diverso
da quello che abbiamo con altre Potenze, perché si fonda su valori, su principi
condivisi che sono il fondamento stesso della Repubblica e parte integrante
della nostra Costituzione: la sovranità democratica, libertà e uguaglianza dei
cittadini, la tutela dei diritti fondamentali della persona».
Il
premier Conte così non solo ribadisce che gli Usa sono nostro «alleato
privilegiato», ma enuncia un principio guida: l’Italia assume gli Stati uniti come
modello di società democratica. Una
colossale mistificazione storica.
ØRiguardo
alla «libertà e uguaglianza dei cittadini», basti ricordare che i cittadini
statunitensi sono ancora oggi censiti ufficialmente in base alla «razza» – bianchi
(distinti tra non-ispanici e ispanici), neri, indiani americani, asiatici,
nativi hawaiani – e che le condizioni medie di vita dei neri e degli ispanici (latino-americani
appartenenti a ogni «razza») sono di gran lunga le peggiori.
ØRiguardo
alla «tutela dei diritti fondamentali della persona», basti ricordare che negli
Usa oltre 43 milioni di cittadini (14 su
cento) vivono in povertà e circa 30 milioni sono privi di assicurazione
sanitaria, mentre molti altri ne hanno una insufficiente (ad esempio, per
pagare una lunga chemioterapia contro un tumore).
ØE
sempre riguardo alla «tutela dei diritti della persona» basti ricordare le
migliaia di neri inermi assassinati impunemente da poliziotti bianchi.
ØRiguardo
alla «sovranità democratica» basti ricordare la serie di guerre e colpi di
stato effettuata dagli Stati uniti, dal
1945 ad oggi, in oltre 30 paesi asiatici, africani, europei e latino-americani, provocando 20-30 milioni di morti e centinaia di milioni di feriti (vedi lo studio di J. Lucas presentato dal prof. Chossudovsky su Global Research).
Questi sono i «valori
condivisi» sui quali l’Italia basa il suo rapporto «qualitativamente diverso»
con gli Stati uniti. E, per dimostrare quanto esso sia proficuo, Conte assicura:
«Ho sempre trovato nel presidente Trump un interlocutore attento ai legittimi
interessi italiani».
Interessi
che Washington considera «legittimi» fintanto che l’Italia
Øresta
in posizione gregaria nella NATO dominata dagli Stati uniti,
Øli
segue di guerra in guerra,
Øaumenta
su loro richiesta la propria spesa militare,
Ømette
il proprio territorio a disposizione delle forze e basi USA, comprese quelle
nucleari.
Conte
cerca di far credere che il suo governo, comunemente definito «sovranista», abbia un ampio spazio autonomo di «dialogo con
la Russia sulla base dell’approccio Nato a doppio binario» (diplomatico e
militare), approccio che in realtà segue il binario unico di un sempre più
pericoloso confronto militare.
A
tale proposito – riferisce La Stampa (26 luglio) – l’ambasciatore Usa Eisenberg
ha telefonato al vice-presidente Di Maio (ritenuto da Washington il più «affidabile»),
chiedendo un chiarimento sui rapporti con Mosca in particolare del
vice-presidente Salvini (la cui visita a
Washington, nonostante i suoi sforzi, ha avuto un «esito deludente»).
Non
si sa se il governo Conte supererà l’esame. Si sa comunque che prosegue la
tradizione secondo cui in Italia il governo deve sempre avere l’approvazione di
Washington, confermando quale sia la nostra «sovranità democratica».
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